[Intervista] APOCALYPSE


Erymanthon Seth è la mente e in pratica il tuttofare che lavora costantemente da sette anni e sette album al suo progetto Apocalypse. Un artista che non ha paura di proporre troppa roba, che pubblica album ogni anno e sempre mantenendo la sua proposta interessante. Siamo andati a scoprire meglio di chi si tratta e abbiamo trovato un ragazzo loquace e pieno di risorse. Forse sarà la sua giovane età a renderlo così grintoso e laborioso? Scopriamolo assieme!
PS: trovate la recensione del suo ultimo album, "Pandaemonium" QUI.

01. Ciao, presenta gli Apocalypse con poche parole.
Ave. Apocalypse in poche parole? Metal estremo e genuino, guidato da dedizione e passione.

02. Che responso sta avendo "Pandaemonium"?
A primo impatto sta andando molto meglio delle aspettative! Abbiamo accumulato oltre 4000 stream su YouTube in meno di una settimana, su Spotify siamo quasi a quota 800. Se prosegue in questo modo, in pochi giorni supererà ogni altro album della discografia. Mai successa una cosa del genere, e anche i messaggi e i commenti che stiamo ricevendo dai fan sono decisamente entusiasti. La stampa in generale è stata più “tiepida” nei confronti del disco, a volte addirittura negativa. Credo che sia un disco con uno stile molto nuovo, variegato, difficilmente incasellabile e questo può essere destabilizzante. I numeri e il responso dei fan però parlano da soli, quindi sono comunque soddisfatto.

03. Parliamo dei tuoi testi. Di cosa trattano?
Dipende molto dal disco di cui stiamo parlando. Il nuovo album è perlopiù incentrato su temi e atmosfere “medioevali”, adatte all’atmosfera gotica del disco. Su “Retaliation” il focus era su temi attuali e controversi, “Si Vis Pacem…” parlava della guerra all’epoca dell’Antica Roma, mentre “Pedemontium” era dedicato alle leggende delle Alpi e del Piemonte. Tendenzialmente, mi affascinano atmosfere e temi storici e mitologici Europei, che sono adatti al tipo di atmosfere che quasi sempre proponiamo, e che riflettono l’importanza che per me hanno la conservazione e celebrazione delle nostre radici e della nostra identità.

04. Evidenzia differenze stilistiche tra questo ultimo album e i precedenti.
Pandaemonium è un disco con uno stile interamente nuovo, ricco di influenze diverse. Con questo album abbiamo deciso di dare il massimo per creare uno stile originale e personale, cambiando direzione rispetto ai nostri esordi, quando sostanzialmente ci proponevamo come “tributo ai Bathory” del periodo più epico. Questa volta abbiamo invece creato un disco che è totalmente originale, pur risentendo delle nostre influenze. Abbiamo una base Black/Thrash, con influenze Heavy e neoclassiche nelle chitarre, atmosfere Epic/Gothic e una produzione vecchia scuola, autentica, ma comunque chiara e definita.

05. Come nasce di solito un tuo brano?
Il 90% delle volte mi vengono in mente i riff mentre suono la chitarra. Partendo da lì sviluppo la struttura del brano, dopodiché registro la bozza delle chitarre e inizio a pensare agli arrangiamenti per tutto il resto degli strumenti. Quando sono soddisfatto mi metto a scrivere il testo. Non accade quasi mai che io scriva il testo prima della musica. È capitato sporadicamente in passato, soprattutto sul primo e secondo album e anche su Retaliation, ma ad esempio su questo nuovo album tutti i testi sono nati assieme o dopo la musica.

06. Descrivi chi sei nella vita di tutti i giorni…
Una persona normalissima, riservata e un po’ introspettiva. Non credo ci sia nulla di interessante nel descrivere la mia vita privata a chi ascolta la mia musica. Preferisco tenerla ben distinta dalla “materia pubblica”. Posso dire che sono ovviamente molto appassionato di musica e interessato alla lettura e all’arte, che fanno parte della mia vita quotidianamente anche quando non ricopro il “ruolo” di Erymanthon per i miei vari progetti musicali. Mi piace camminare in montagna o nei parchi, scrivere, disegnare… e poi ho ovviamente le mie faccende e responsabilità di tutti i giorni, come tutti. Una persona tranquilla.

07. Quali band hanno giocato un ruolo importante per farti iniziare a suonare e quali ancora ti influenzano?
Ascolto davvero tanta musica da tutta la vita, ma la band che mi ha spronato a prendere in mano la chitarra all’età di 14 anni sono stati i Nightwish con il loro album “Wishmaster”, ad oggi il mio preferito della loro discografia. Da allora ho approfondito vari gruppi in ambito metal, tra gli altri ovviamente ci sono i Bathory, ma anche Burzum, Yngwie J. Malmsteen, Dissection, Windir… fare una lista esaustiva sarebbe impossibile. E inoltre continuo ad ascoltare tanta musica al di fuori del Metal, a partire dalla Classica di Bach, Wagner, Beethoven, Vivaldi e Chopin per arrivare ad artisti come Angelo Branduardi, Pino Daniele, Loreena McKennitt, Mike Oldfield e musica folk tradizionale Europea. Credo che tutto ciò che ascolto abbia una qualche influenza sulla musica che faccio, anche se l’ispirazione può arrivarmi anche da qualcosa al di fuori della musica.

08. Sette album in circa sette anni! Dove trovi tutta questa ispirazione?
Lo so, è folle vero? Non saprei dirtelo bene nemmeno io, ogni tanto mi stupisco di tutti i dischi che ho tirato fuori. Devo essere sincero, anni fa ero un vero e proprio fiume in piena e scrivevo musica quasi tutti i giorni. Ultimamente invece noto che funziono più a “periodi”, vuol dire che magari per mesi e mesi non scrivo nulla e poi di botto mi arriva l’ispirazione e in due/tre settimane tiro fuori il 90% di un disco nuovo, nella sua versione di base che poi spendo i mesi successivi ad arrangiare, rifinire e poi registrare. Semplicemente, fare musica per me è una seconda natura ed è la mia più grande passione.

09. Come immagini gli Apocalypse tra dieci anni o più?
Non ne ho idea! La volontà non mi manca, la passione e la dedizione nemmeno, io vivo per questa musica, quindi non ho intenzione di fermarmi. Credo che continuerò a suonare per il resto della vita, e se il supporto da parte del pubblico continuerà a crescere, tanto meglio. Certo mi piacerebbe raggiungere sempre più notorietà e un pubblico sempre più ampio, ma il consenso per me non è l’obiettivo. L’importante è continuare a fare sempre quello che voglio davvero per passione.

10. Il sogno nel cassetto per te?
Se devo sognare in grande, poter vivere di musica, anche se in quest’epoca è quasi totalmente impossibile. Ma forse ancora di più, diventare per qualcuno quello che i miei “mostri sacri” sono stati per me. Sarebbe fantastico, in futuro, vedere una band emergente che cita me o gli Apocalypse come una delle band che li ha spinti e ispirati nel fare musica.

11. Concludi come vuoi!
Grazie per l’invito, un saluto a tutti voi! Invito chi legge a procurarsi il disco nuovo su Bandcamp e a scriverci per farci sapere che cosa ne pensa! Tenete a cuore il Metal. Ave.


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