[Intervista] BLACK MOTEL SIX
I Black Motel Six col loro ritorno discografico intitolato "When The Pillars Collapse" danno uno scossone alla scena italiana. Un disco potente, ottimamente suonato e che trasuda energia da ogni solco. Ne parliamo con la band!
01. Ciao, presentate la band con poche parole.
Ciao, siamo i Black Motel Six, metal band da Roma; siamo in attività da circa il 2012 e recentemente è uscito il nostro nuovo album “When The Pillars Collapse”.
02. Il vostro è un gruppo attivo da diversi anni ma c'è stato un lungo lasso di tempo che è intercorso tra il vostro primo album e quest'ultimo "When The Pillars Collapse". Come mai?
Purtroppo ci sono stati dei rallentamenti e dei problemi personali che non ci hanno permesso di tenere un ritmo costante come avremmo voluto; non entro nei dettagli perchè riguardano le vite private dei componenti e non c’entra nulla con l’attività musicale.
03. Suonate molto dal vivo? E cosa volete trasmettere al pubblico?
La dimensione live è la dimensione che prediligiamo perchè cerchiamo costantemente di comunicare con il pubblico attraverso la nostra musica; parte di questo è anche parte integrante del processo di scrittura dei brani, dove alcune sezioni di brano sono proprio pensate per essere suonare dal vivo. Nonostante siano canzoni con testi in inglese, durante i live Stefano spesso si ferma a spiegare di cosa trattano i testi delle canzoni per coinvolgere il pubblico non solo sul piano prettamente musicale ma anche sul piano del significato e di quello che è stata un’esperienza, un pensiero o una riflessione riguardo un determinato tema.
04. Oltre al vostro tipico groove metal si sentono diverse influenze nel vostro sound, anche stoner, sludge, southern metal, e persino qualcosa di estremo. Siete d'accordo con questa analisi e come siete arrivati ad un sound così ricco?
Grazie per averci fatto caso! Abbiamo semplicemente deciso di non limitarci e non volerci imporre di rimanere nel recinto di un particolare genere musicale: in questo modo quello che è uscito fuori si basa su molto sul gusto personale.
05. Come nasce di solito un vostro brano?
Normalmente Marco, il nostro chitarrista, arriva con delle idee più o meno complete in sala prove e le suona. Da quel momento in poi vengono potenzialmente stravolte e ne esce un brano completamente nuovo, frutto del lavoro di condivisione con tutti; altre volte invece il brano funziona già molto bene e quindi il lavoro è molto più veloce e normalmente si tratta di “cesellature”.
06. Quali band hanno giocato un ruolo importante per farvi iniziare a suonare e quali ancora vi influenzano?
Le influenze includono tutto ciò che può essere ormai considerato “classico” e che hanno mantenuto il fuoco “acceso” per farci continuare a suoanre (come i Pantera ad esempio, o i Machine Head) e “moderno” come Gojira, Meshuggah, Periphery per citarne qualcuno. A proposito dei Periphery, abbiamo l’onore di avere un assolo di Mark Holcomb su “Angel”.
07. Avete già qualche progetto nuovo in cantiere?
Stiamo preparando i concerti per la promozione del disco! Ancora non abbiamo ricominciato a scrivere ma non credo passerà molto tempo.
08. Come immaginate la vostra band tra dieci anni o più?
...Con tutto il casino che c’è nel mondo, è davvero difficile fare previsioni.
09. Il sogno nel cassetto per voi?
Il sogno è poter arrivare a tante persone e che possa comunicare le stesse emozioni che abbiamo provato ad esprimere!
10. Concludete come volete!
Grazie per lo spazio! Un saluto a tutti i lettori e ricordate di supportare le band italiane!
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