[Recensione] DISEASE ILLUSION "Plastic Ocean"

Full-length, Independent
(2024)

I melodic death metallers Disease Illusion tornano con un terzo album che convince a metà, sebbene la qualità media delle composizioni sia di alto livello, grazie ad una tecnica dei musicisti elevata ed a una capacità della band di sapersi distinguere da molti loro colleghi di genere. Questa band sembra aver fatto tesoro dell'evoluzione del genere degli ultimi due decenni circa e sembra anche aver incorporato nel loro stile un qualcosa di moderno che si traduce in passaggi di duro groove/gothic metal.

Le tastiere e l'effettistica enfatizzano questo alone un po' decadente di quest'opera e ogni pezzo non gode di aperure "allegre", anzi...Sembra di ascoltare un connubio un po' improbabile tra dark wave, metalcore e melodic death metal. Ed è proprio qui che la band dimostra capacità e coraggio, ma anche limiti nel saper coniugare in maniera convincente queste varie sfaccettature del sound. Il tutto risulta un po' forzato e sembra che la band faccia fatica a trovare la formula definitiva per i propri brani. Non vi è infatti alcun brano brutto, ma di contro nessun brano davvero memorabile. Il disco infatti non inizia nel migliore dei modi: "Plastic Ocean" e "Reborn" sono due pezzi ben arrangiati, ma soprattutto nella seconda la band rischia di risultare troppo commerciale, ma non nel senso buono del termine. Parliamo di canzoni orecchiabili ma che non presentano quel quid in più per far breccia nei cuori degli amanti della musica estrema, che in teoria è ciò che dovrebbero di base proporre i Disease Illusion.

Ma attenzione, non stiamo facendo un discorso da puristi del genere e non stiamo dicendo che questo disco non funzioni perchè troppo melodico. La melodia è una cosa positiva ma va saputa usare e i Nostri quando azzeccano il pezzo lo fanno molto bene, come in "Our Lady of Self-Defense", dove la potenza tipica del melodic death metal abbraccia l'oscurità della dark wave e anche le parti groove sono piazzate sapientemente. Questo pezzo, unito ad altri mostra la progressione dei Nostri, la voglia di muoversi all'interno di un genere apportando qualcosa di nuovo.

Come in molti casi, anche storici, quando si decide di avere coraggio e di apportare delle modifiche significative ad un canovaccio già ben consolidato, i risultati possono essere alterni, proprio come succede in questo album. Brani più che buoni ("Inside Me", "Inject Me", No Ground"e soprattutto la cupissima "Glass and Steel"), che si alternano ad altri incolori (i due già citati in apertura d'album, oppure "Invisible"). Quelli più convincenti presentano una band in piena armonia col genere proposto, mentre gli altri sembrano non andare in nessuna direzione precisa. Non sono brutti, ma inconsistenti.

Un disco quindi che ha pregi e difetti. Suonato e pensato in grande stile, prodotto davvero bene ma che in più punti incespica in brani non all'altezza delle capacità che la band indubbiamente ha. Da rivalutare col prossimo album.

M. Abominio

Tracklist:
1. Plastic Ocean 
2. Reborn 
3. Our Lady of Self-Defense 
4. Inject Me 
5. No Ground 
6. Glass and Steel
7. I Am the Enemy 
8. Eventide 
9. Invisible 
10. Displaced

Line-up:
Federico Venturi - Guitars
Alessandro Turco - Guitars
Alessio Chierici - Drums
Joy Lazari - Vocals
Giacomo Laurenti - Bass

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