[Recensione] DAWN OF A DARK AGE "Ver Sacrum"


Full-length, My Kingdom Music
(2025)

Nove album in undici anni non sono uno scherzo. I Dawn Of A Dark Age, capitanati dal clarinettista e polistrumentista Vittorio Sabelli, sono una realtà ispirata e che ha sempre voglia di proporre la propria personale visione di suono, molto lontana da quella che il mercato rock e metal di solito impongono. La via scelta da Sabelli è in salita, ma sta dando grandi soddisfazioni in termini di qualità e innovazione. I Dawn Of A Dark Age sono sempre stati una formazione all'avanguardia, capace di fondere l'extreme metal con il progressive, il folk e altro ancora, e questo era venuto fuori con prepotenza in "Transumanza", uscito circa due anni fa, forse il disco che di più ha proiettato questa formazione nell'Olimpo del metal d'avanguardia estremo.

Con questo nuovo "Ver Sacrum", i Dawn of a Dark Age rievocano tempi antichi, viaggi epici e atmosfere quasi meditative, L'approccio è simile per certi versi a quello di altre releases precedenti, ma questa volta il tutto sembra più coeso e non si ha la sensazione che alcuni inserti di strumenti quali il clarinetto, il violoncello, il flauto, ecc siano inseriti un po' forzatamente nella proposta. Questa giusta amalgama tra tessuto tipicamente rock/metal e inserimento di passaggi folk riesce a nostro avviso molto bene, grazie al fatto che il disco in generale si presenta più dilatato e melodico rispetto al precedente, volendo anche meno sperimentale. Il lavoro essenziale di chitarra dà quindi modo agli altri strumenti (inusuali) di ritagliarsi il loro spazio, così come le parti più lente e d'atmosfera aprono scenari drammatici ed epici davvero interessanti.

La prima canzone dell'album, "Il Voto Infranto (L’Ira di Mamerte)", infatti è la scelta più azzeccata per intraprendere questo autentico viaggio sonoro, con il suo equilibrio costante tra estremismo, melodia e parti folk che non sono usate solo come contorno, ma fanno proprio parte della proposta dei Nostri. Ormai questa è una realtà che non cerca di inserire solo passaggi prog, folk o avantgarde su un tessuto di base black metal, ma i Dawn Of A Dark Age si può dire che abbiano inventato uno stile che si compone in parti uguali di tutto questo. In precedenza forse qualcosa strideva all'interno dei brani stessi, anche se il coraggio poi colmava alcune indecisioni a livello stilistico e compositivo. Adesso non si fa quasi caso a questi inserti e il tutto si è fatto anche più rilassato e dai toni quasi trascendentali, come testimonia la bella "Il Consiglio Degli Anziani (L’Oracolo)", che non manca comunque di colpire quando serve. Ottima anche "Il Rito Della Consacrazione", dove la componente prog viene maggiormente a galla, soprattutto se guardiamo al lavoro assolutamente superbo di batteria. Chiude il disco "Venti Anni Dopo: La Partenza (Nascita Della Nazione Sannita)", che forse evidenzia maggiormente l'epicità e la nuova veste più lineare e meno sperimentale dei nuovi Dawn oF A Dark Age.

In definitiva questo è un album che, come i precedenti di questa formazione, non può essere consigliato a chiunque, ma se siete alla ricerca di qualcosa che possa stimolarvi nell'apprendere nuove forme del metal estremo, allora non indugiate oltre e lasciatevi trasportare da questo "Ver Sacrum".
PS: un plauso anche al nuovo cantante Ignazio Cuga, che più che cantare recita quasi come fosse uno spettacolo teatrale i vari e tanti umori dell'album, ma un plauso va a Vittorio Sabelli e ai molteplici guest che hanno dato vita ad un'opera intensa e unica.

Recensore: M. Interceptor

Tracklist:
1. Il voto infranto (L'ira di Mamerte)
2. Il consiglio degli anziani (L'oracolo)
3. Il rito della consacrazione
4. Venti anni dopo: la partenza (Nascita della nazione sannita)

Line-up:
Vittorio Sabelli: clarinets, bass clarinet, accordion, guitars, bass, organ, piano
Ignazio Cuga: vocals and choirs
Diego 'Aeternus' Tasciotti: drums

Guest musicians:
Alessandro Sforza - choirs
Dora Chiodini - flute
Antonio Varanese - violin
Jacob Berzekis - cello
Marco Molino - percussions



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