[Recensione] NEURASTY "Identity Collapse"
Full-length, Volcano Records & Promotion
(2024)
Nati nel 2016 a Roma, i Neurasty arrivano nel 2024 col loro debutto discografico sotto forma di full-length, e cioè questo "Identity Collapse". Il gruppo è guidato dalle voci di Viviana Schirone e del chitarrista-cantante Gabriele Vellucci, ben sostenute dalla sezione ritmica composta da Silvio Assaiante (Daemonia & Claudio Simonetti) e David Folchitto (Fleshgod Apolipse). Questo album nelle liriche tratta i traumi e ciò che lasciano nella psiche e nel corpo di chi li subisce. “Identity Collapse” vuole essere, nelle intenzioni della band, un viaggio sonoro nelle più profonde conseguenze psicologiche e somatiche dei traumi sulle persone.
Ed a questi temi la band associa una musica pesante, a tratti opprimente, figlia dei tempi sempre più disumanizzanti che viviamo, con un uso della voce particolare, dove si alternano quella pulita femminile (che è prevalente) e quella in scream maschile. L'album può essere definito come un ipotetico ibrido tra il metal contemporaneo (tipo Jinjer, Otep o Nevermore), con venature power e thrash e il metal progressivo di band come Symphony X o Periphery. Ciò che ne viene fuori è molto buono e denota un certo spessore da parte della band, che pure tecnicamente non se la cava affatto male, anche se i brani non sono molto impostati su fredde dimostrazioni di abilità strumentali, ma seguono una forma-canzone piuttosto canonica. Si prenda un brano come "Out Of These Chains", davvero molto bello e che denota come la melodia, se ben inserita in un contesto robusto, funziona davvero bene. Ci sono anche piccoli accenni all'elettronica, dettata da tastiere e synth che però sono usati con parsimonia dalla band ("Insanity", "Cruel Instinct", "Haunted by Death").
Il leit-motiv di questo disco è comunque la pesantezza, molto enfatizzata sia dalla produzione moderna che da chitarre dal suono affilato e dirompente. C'è anche qualche piccolo accenno al metalcore ed al melodic death metal di stampo scandinavo, e persino rimandi all'heavy metal classico, come testimoniano gli assoli di chitarra che sono piuttosto melodici, anche se non sono molti, a dire il vero. Ottimo anche il lavoro dietro le pelli di David Folchitto, che detta legge in tutto il disco con uno stile molto tecnico e allo stesso tempo potente. Spesso usa la doppia cassa e certe cose potrebbero rimandare ai Meshuggah di un album come "Destroy Erase Improve", anche se in questo album abbiamo molta più melodia.
In generale il disco è riuscito, con pezzi non troppo appesantiti dalla tecnica e quindi facilmente fruibili. Forse manca il brano che ti fa saltare dalla sedia, quella hit che probabilmente i Neurasty potrebbero scrivere già adesso, ma che in questo disco manca. Di contro abbiamo una qualità media dei brani molto buona, anche se sarà interessante sentire come la band si evolverà in futuro, perchè adesso questa commistione di stili va bene, ma in futuro forse sarebbe meglio trovare una identità più precisa. Questo aspetto potrebbe essere racchiuso in quello che, a nostro avviso, è il pezzo più convincente del lotto, ovvero "Burst In Me", che denota una direzione votata alla brutalità che si insinua in vocals ad ampio respiro, quindi l'unione di un metal di stampo abbastanza estremo con ritornelli melodici e memorizzabili.
La prima cosa infatti che andrebbe eliminata forse è la voce maschile e magari dare a Viviana Schirone la possibilità di esprimersi su più registri, perchè alla fine è sempre lei che tiene alto l'interesse per il reparto vocale. Da rivedere, ma comunque questo disco è sicuramente un buon esordio.
M. Interceptor

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