[Recensione] MADVICE "Under the Burning Sky"
Full-length, Nova Era Records
(2022)
Nell'anno 2022 usciva questo secondo lavoro dei nostrani Madvice, dopo che avevano esordito con un promettente album di esordio nel 2018 (“Everything Comes to an End”). Ebbene, anche se ve lo proponiamo adesso, diciamo che era d'obbligo non soprassedere su una delle migliori interpretazioni del melodic death metal mondiale, e non scherziamo, soprattutto in virtù del fatto che questo album aveva in noi suscitato tanto interesse, grazie a delle canzoni a dir poco terremotanti e distruttive. Il fiore all'occhiello di questo lavoro è la chitarra di Maddalena Bellini, instancabile nel riffing affilato e nel donare un fascino oscuro ad ogni passaggio del disco. Certo, anche gli altri componenti non sono comunque da meno, in particolare il batterista Marco Moretti, che senza troppi fronzoli spinge a più non posso per tutto il disco, mettendo in mostra le sue abilità tecniche e di arrangiamento.
Non è il solito disco metalcore/melodeath degli anni Duemila, non ci sono tastiere ruffiane o coretti di voce effeminati. I Madvice non sono gli In Flames o i Children Of Bodom. Sono dei veri bastardi! Aprire il disco cone il trittico formato da "Extinction", "Doominion" e "The Funeral of Human Race" è da veri professionisti del macello sonoro. Tre pezzi messi in successione, uno più cattivo dell'altro, con quell'alone dark che parte proprio dalla chitarra dall'accordatura particolare di Maddelana Bellini, per poi abbracciare anche gli altri strumenti.
Ogni tanto compare qualche spruzzata di synth a corredo. Ma l'insieme ha una forza d'urto difficile da spiegare, perchè stiamo parlando sostanzialmente di melodic death metal, ma di fatto questo tipo di metal che godono di una violenza così immediata e "urbana" uscivano per lo più negli anni Novanta, e non siamo troppo distanti dall'approccio dei Pantera, dei Fear Factory o dei Machine Head di quel periodo. Quindi una band che va subito al sodo.
Il disco non ha punti deboli, si districa tra groove spezzacolo e velocità disumane, per annichilire l'ascoltatore fino alla fine, con una batosta come in chiusura intitolata "In This Empty Place", ma come dimenticare anche la bellissima e belligerante "Warpath"? Ecco, qui dentro c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Qualità e violenza camminano di pari passo, dove c'è una c'è l'altra. La tecnica della band è palese, ma ripetiamo che questo album piace e colpisce perchè è genuinamente brutale, e una produzione davvero ottima sottolinea questo aspetto. Se non l'avete ascoltato o comprato all'epoca, speriamo che questa recensione possa aver suscitato in voi la scintilla per farlo. Siamo sicuri che "Under the Burning Sky" non vi deluderà.
PS: andando più in basso potrete vedere il videoclip del nuovo brano "The Ecstasy Of Dying", succulento antipasto del prossimo album della band, e noi non vediamo l'ora di ascoltarlo!
M. Abominio
1. Extinction
2. Doominion
3. The Funeral of Human Race
4. Under the Burning Sky
5. Warpath
6. Quelli Uguali Non Contano
7. In This Empty Place
Raffaele Lanzuise - Bass
Maddalena Bellini - Guitars
Asator - Vocals
Marco Moretti - Drums
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