[Recensione] CLAUDIO BRADO BUTTARO "Voi"
Full-length, Nova Era Records
(2025)
Claudio “Brado” Buttaro è un cantante e polistrumentista con oltre vent’anni di esperienza nella scena rock italiana. Originario di Bari, ha calcato numerosi palchi in tutta Italia ed è noto per la sua autenticità e il suo approccio diretto alla musica. Vanta collaborazioni con artisti come Mario Riso (Rezophonic), Ninni Rea (Caparezza) e con il team di Rocker TV. I suoi lavori sono stati trasmessi su emittenti come Tele Bari e Rocker TV. Nel 2024 firma con Nova Era Records, inaugurando una nuova fase del suo percorso artistico: più viscerale, impegnato e potente che mai".
"Voi" quindi rappresenta il suo esordio da solista. Un album che musicalmente non propone nulla di innovativo e anzi, si trincera in un rock dai tratti sia pop che hard che vede nella linearità della proposta e nella sua voce sincera i maggiori punti di forza. Da menzionare anche i testi, scritti da Claudio e che parlano di tematiche come società, politica, vita di ognuno di noi. Penso che il maggior pregio di questo album sia proprio da imputare ai testi, davvero belli, a tratti commoventi, come è il caso di "Soldati di Carta" e "Tranne Noi", dove si parla di guerra, in particolare del conflitto in Ucraina ancora in atto e poi anche della recente gestione della pandemia da Covid-19.
I brani hanno quasi sempre un piglio diretto e sfrontato, tranne che nei due casi sopra citati, dove la malinconia prende il sopravvento anche a livello musicale. E 'il caso quindi di citare pezzi come "Solo Nella Notte", "Voi", "Quel Che Vuoi", tutti molto adrenalinici. La prestazione della band non è delle più sfavillanti a livello tecnico, ma quello che fanno, ovvero il rock, lo fanno bene, e forse non avrebbe nemmeno avuto senso fare molto di più.
Insomma, "Voi" è un disco semplice ma forse arriva in un periodo storico controverso, soprattutto per l'industria musicale, e riporta un po' di chitarre e batteria in una scena ormai quasi disumanizzata, dove generi come la trap e altre cose simili sembrano aver ammaliato i più giovani, che cresceranno non capendo come si suona davvero un brano o un album, ovvero con strumenti e sentimenti veri.
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